Dentro un occhio si apre il cielo, LIBERI, navigando oltre
le finestre luccicanti, sapienti, ammalianti, tentati in
avanti…
città dell’universo sopra ogni luogo autore di laviche
fatali nuvole dissolte…
LIBERI, sopra sopra e poi sopra
lontani dal nulla capace di “Io” ma nulla
proprio nulla diceva, base nulla.
Poggia il silenzio tra i respiri di un suono intriso
di albori voli limpidi e infiniti…
Ancor di più, LIBERI.
Nascenti braccia dell’oblio digiuno da avvolte sensazioni
future,
III è il millennio cosa di più.
LIBERI da un dove LIBERI da un dove.

(Giovanni Mattaliano – gennaio 2008)